La nazionale secondo me
20.09.08 18:45
Un anno dopo
Se qualcuno, nel novembre scorso, avesse pronosticato un’Italia non qualificata direttamente agli Europei, probabilmente lo avremmo preso per matto. Tutti, me compreso, avrebbero pensato che ci saremmo giocati il primo posto con la Serbia, senza perdere colpi con gli altri avversari, considerati non all’altezza.
Oggi tutti sappiamo com’è andata. La vittoria di un solo punto con la Bulgaria non ci ha permesso di superarla in classifica, negandoci la qualificazione diretta e condannandoci al girone di ripescaggio. Visto il terribile girone d’andata, quasi un successo: per qualche giorno abbiamo addirittura temuto di dover giocare il barrage per non retrocedere.
Di chi sono le colpe? Giocatori, allenatori, dirigenti, gli “americani” che hanno rinunciato alle qualificazioni, i club? Credo che nessuno possa ritenersi del tutto innocente. Charlie Recalcati, già cinque anni fa, agli Europei di Svezia, lanciò un grido d’allarme sullo stato di salute del basket italiano. Avevamo appena vinto il bronzo europeo, stavamo per vivere una delle estati migliori di sempre, conclusa con lo splendido argento olimpico. Nessuno ha recepito il messaggio, nessuno si è mosso per cambiare la situazione. Ci siamo goduti quegli splendidi trionfi, entusiasti abbiamo assistito agli sbarchi in America di Bargnani, Belinelli e Gallinari. Sembrava che tutto andasse bene, ci aspettavo una stagione di trionfi, nessuno si è preoccupato di gettare basi per il futuro. Adesso, fuori dagli Europei, una reazione è necessaria. Qualcosa si deve muovere.
Fin qui le note negative. In realtà c’è anche un altro lato della medaglia. L’anno prossimo, nel girone di ripescaggio, ci saranno i tre giocatori Nba, forse anche Hackett. Con loro, è inevitabile, la squadra cambierà volto. Insieme non hanno mai giocato, nessuno può dire cosa potranno fare. Il loro talento, l’esperienza e la grinta di chi ha lottato, dato l’anima in queste qualificazioni. Se i due gruppi sapranno trovare la giusta armonia, forse potremmo anche toglierci delle belle soddisfazioni.
Ciò non deve distrarre dalla situazione di fondo della pallacanestro italiana. Serve un lavoro più profondo, che vada al di la del risultato di un Europeo.
Matteo