I fatti, le scelte e… i (non) precedenti

24.02.09 11:23

Marco Crespi ritorna sul finale di Pavia


Qualcuno urlando (in un microfono…) chiede spiegazioni.


 


I fatti.
11 secondi alla fine. Canestro di Zabian. + 2. Time out Pavia.
Zabian crampi, è out: entra Nick.
Nostra scelta sul loro possibile P/R raddoppio su Marigney. Difesa sicura. Stoppata di Jamar. 2.80 secondi dalla fine. Rimessa dal fondo per Pavia. Abbiamo una scelta in automatico, negare le uscite e coprire l’area per potenziali lob. Capita un errore. Lo fa Simone che nel cuor mi sta. Ho detto – e ripeto – errore imperdonabile. Commento su un’azione. Non accusa ad una persona.


 


Il pensiero.


La nostra scelta è che sul punteggio di + 2 ( e sempre, con 12 secondi dalla fine o meno) non scegliamo mai di fare fallo. In casa e in trasferta. Perchè?
1. La palla viene messa nelle mani di un giocatore sicuro dalla linea di tiro libero.
2. Fiducia non solo nella difesa ma nel desiderio di fermare l’avversario a livello mentale.
3. Possibilità nostra di essere aggressivi con cambi o raddoppi sui P/R per le caratteristiche dei nostri giocatori.
In più a Pavia.
A. Zabian out per ultima azione e eventuale overtime.
B. Metro arbitrale che concedeva difesa fisica.
C. Tenuta della nostra difesa nell’ultimo quarto (10 punti in 10 minuti).
D. Avevamo esaurito timeout, quindi la rimessa dopo eventuali tiri liberi sarebbe stata dal fondo.


 


I (non) precedenti.
Abbiamo perso altre due volte sorpassati dall’ultimo tiro. A Imola vincevamo di 1 punto a 9 secondi dalla fine con canestro di Zabian. Mai fare fallo sopra di 1. A Cremona, abbiamo fermato il loro tentativo di penetrazione per impattare con la loro prima opzione, Troy Bell, e la palla vagante è finita a 8 metri nelle mani di Terry che dovendo tirare ha trovato il canestro.


 


Campionato equilibrato.
Campionato che si può vincere (e perdere) per continuità di desiderio e di tenuta nervosa. Siamo pronti a farlo. E queste parole sono con il sorriso. Nessuna polemica. Nessuna accusa. Simone sa cosa gli ho detto ai piedi del bus a mezzanotte. Il sorriso da regalare a tutti quelli che ci credono. Anche alla signora panettiera che non si vergognava a raccontare nel suo negozio di essere scoppiata in lacrime davanti alla TV domenica sera. Lacrime come quelle che più di una persona (ragazzino o adulto, maschio e femmina) aveva alla fine della partita con Varese. Ah, quanto ognuno di noi avrebbe voluto salire le scale e dare il cinque ad ogni nostro tifoso a Pavia.


 


Con passione.


 


Marco Crespi