Il ragazzo vuole volare a canestro

04.11.09 15:39

Passato, presente e ambizioni del '93 Raphael Strotz


Le sliding doors si aprono alla fine della terza media. Raphael si presenta all’areonautica con il sogno di un casco fra le mani e di un motore sotto i piedi. “Stai scherzando?”, gli dicono, “sei troppo alto, tu in uno di questi non ci entri neppure”.
Beffardo il destino per questo ragazzo di Melegnano, 186 centimetri a 13 anni e un cassetto da svuotare e riempire con altri pensieri.

“I motori sono sempre una grande passione. Per darti un’idea, in foresteria tutti leggono Superbasket, mentre io divoro le pagine di “Al Volante” confida Raphael Strotz, classe 1993, secondo anno nelle giovanili della Junior.
“Ma la pallacanestro è la mia realtà, sono iper-concentrato sulla mia crescita come cestista, in una realtà dove non mi manca nulla”.

Dopo 6 anni di calcio nelle giovanili locali, Raphael ha cambiato sport, scegliendo quello praticato da quasi tutta la sua famiglia: mamma è stata in nazionale, i cugini sono quasi tutti cestisti: sommando gli zii, gli Strotz potrebbero iscriversi a un campionato. 

“Sono entrato in palestra a 14 anni. Mi hanno detto di piazzarmi spalle a canestro, girarmi e tirare. Per questo mi sono appassionato alle schiacciate e alle giocate di potenza. Ma nei primi due anni non ho sviluppato bene altri fondamentali, su cui sto lavorando tanto a Casale”.

Su quali aspetti stai focalizzando maggiormente la tua attenzione? “Dal punto di vista tecnico, sicuramente sul palleggio. Devo aggiungere pericolosità al mio attacco, in generale voglio aiutare maggiormente la squadra su tutto il campo e non solamente essere battezzato come quello di due metri da fermare sotto canestro”.

E in difesa? “Commetto ancora qualche ingenuità di troppo: ad esempio, due falli a partita li spendo quasi sempre per cercare la stoppata, quando invece dovrei concentrarmi a non farmi prendere il tempo nell’uno contro uno”.

L’esuberanza e la vitalità di un sedicenne che coach Lorenzo Pansa cerca ogni giorno di plasmare: “tutti i giorni, tranne la domenica, c’è del lavoro da fare in palestra. La volontà non mi manca; anzi, devo soltanto ringraziare la Junior che mi regala l’opportunità di crescere atleticamente. Perchè di strada devo ancora farne tantissima per sentirmi un vero giocatore di basket e aspirare a certi palcoscenici”.

E a scuola come andiamo? “Me la cavo, non ho mai avuto un debito e l’anno scorso ho chiuso con la media del sette. Ragioneria mi avvicina al mondo dell’economia, seguendo il percorso di studi che hanno già fatto i miei genitori. Al Leardi mi trovo bene e…forse devo anche ringraziare un pò Giancarlo Ferrero, che fra gli insegnanti lasciò un ottimo ricordo prima del diploma. Ma anche se a scuola sanno della mia attività da cestista, non ho mai avuto nè voluto sconti:ce la faccio con le mie gambe”.

Un ultimo pensiero sul campionato: “Come Under 17, giochiamo con ambizione ma allo stesso tempo dobbiamo stare con i piedi per terra. La stagione è lunga e vogliamo giocarci l’accesso alle finali nazionali”. Non male, per un ragazzo che fino a quattro anni fa sognava gli aerei e non aveva mai “dato del tu” a una palla a spicchi.