Lavorando per un sogno
Paolo Paci racconta la crescita di questi ultimi mesi
Alessandria, 4 settembre, ore 20.43.
La Junior Casale è impegnata con Capo dOrlando nella seconda amichevole della preseason; una gara contro una squadra di serie A, che annovera nelle sue fila atleti del calibro di Tyus Edney, Drake Diener, Nick Caner Medley.
Dopo sette minuti di gioco, Marco Crespi si volta verso la panchina e indica il giocatore con la canotta numero otto: Paolo Paci scatta sul cubo del cambio, e dopo qualche istante è sul parquet per vivere unemozione grande come il mondo.
Una cosa davvero indescrivibile. Quel tragitto dalla panchina al cubo mi è sembrato eterno. Mi sono visto mille occhi addosso! Per fortuna è arrivato quasi subito il momento di entrare in campo.
Lassistant coach Gandini gli fa segno di marcare il 22.
Un atleta impressionante, quel Caner Medley: direi un bel battesimo, no?
Dagli spalti arriva lincitamento del pubblico, degli amici, dei compagni di squadra. Una palla vagante, ecco il recupero in attacco e un fallo subito che lo manda in lunetta.
Lasciamo perdere, quei due liberi sbagliati mi hanno fatto un po rabbia, pensando a quanto ho lavorato su questo fondamentale in allenamento.
Paolo Paci, 204 centimetri, nato a Cigliano (Vercelli) nel 1990, gioca nelle giovanili della Junior Casale dal 2003. Due anni fa, in doppio tesseramento con Trino, contribuì alla promozione in C1. Lanno scorso, per due volte, ha vissuto dalla panchina il clima della Legadue: il 9 marzo, per la trasferta di Cremona e la domenica successiva nella vittoria casalinga con Jesi.
Giocai gli ultimi sei secondi, ma questa di Alessandria è stata tutta unaltra storia.
Questestate è stato convocato da Marco Crespi, al pari di Mazic, Francione, Cassani e Della Valle, per il raduno del 20 agosto.
Anche se la strada è lunga, una cosa posso dirla: lesperienza che sto vivendo oggi con la prima squadra è il coronamento di un anno di lavoro, sacrifici e crescita
Dentro e fuori dal parquet, la parola chiave della sua crescita è una: fiducia.
A suggerire lutilizzo di questo termine è la Dottoressa Cosetta Mulas, nutrizionista di Casale. Il ruolo di sport dietitian mi è sempre piaciuto; da quando ho iniziato a lavorare con la Junior Casale, questa passione è cresciuta ancora di più. E molto del merito è anche di Paolo, con il quale ho condiviso un importante percorso.
Nello studio della nutrizionista (da cui sono passati nella scorsa stagione anche Simone Pierich e Matteo Formenti per unattività di bilanciamento della propria dieta), Paolo Paci ha iniziato nello scorso febbraio un lavoro basato appunto sulla fiducia.
Fiducia in tre cose, prosegue la Dott.ssa Mulas: Fiducia nelloperatore, fiducia nei macchinari utilizzati per la misurazione, e soprattutto fiducia in sé stessi. E infatti, dopo un primo mese di apprendimento, Paolo ha cambiato marcia quando ha dimostrato di avere totale fiducia per questi tre aspetti.
Grazie al coordinamento costante con lo staff tecnico della Junior, in particolare con il preparatore fisico Francesco Gioia, e tramite lutilizzo di macchinari allavanguardia come lholter metabolico e la bilancia bioimpedenziometrica (una strumentazione rara, sviluppata in Corea e diffusa per ora soprattutto in Canada e Australia), la Dr.ssa Mulas ha potuto impostare una corretta dieta, che permettesse a Paolo di perdere peso senza intaccare la massa muscolare.
Prima dellestate, ecco i brillanti esiti: peso diminuito, massa grassa dimezzata, massa muscolare aumentata.
Sono molto orgogliosa del lavoro fatto con Paolo. E sottolineo come sia stato un lavoro sfaccettato, di squadra, dove le tecnologie hanno un peso importante ma relativo, dove le intenzioni e lattenzione del ragazzo giocano un ruolo determinante. Un percorso con risultati da manuale, che andrebbe diffuso non solo in ambito sportivo, ma anche fuori dalle palestre, specie fra gli adolescenti, dove purtroppo cè meno cultura dellalimentazione.
Chiude Paolo Paci: In campo oggi mi sento molto più reattivo. Quando salto ho una sensazione di leggerezza che prima non provavo. E sono più resistente. Ora mi sento molto più a mio agio nel gioco spalle a canestro, che è il mio preferito.
E da grande, Paolo, cosa vuoi fare?
So che sono giovane, ma adesso ho le idee chiare. Mi piacerebbe diventare un cestista professionista. Guardo ai ragazzi della prima squadra, guardo a uno dei miei modelli, Mason Rocca. Lavorerò duro per avvicinarmi ancora di più a loro.
Alessandro Spinoglio